Dieci temi per il rilancio e il riscatto del Sud
Il rilancio e il riscatto del Sud possono partire da un programma strategico integrato che abbina interventi strutturali nel campo dell’imprenditoria, del lavoro, dell’energia, delle infrastrutture, dell’agricoltura, della sanità, della difesa dell’ambiente e della sicurezza, con una riscoperta dell’identità storica e culturale che miri ad aumentare la dignità delle popolazioni del Sud.

Illuminiamo il futuro dei nostri figli
Solo 6 euro per ogni 100 di spesa restano alle imprese del sud, diamo ai nostri figli la possibilità di restare nella loro terra. Sei tu a fare la scelta. COMPRA PRODOTTI DEL SUD. Prima di acquistare un prodotto guarda etichetta, scegli aziende con sede e stabilimenti nel sud Italia

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sabato 12 novembre 2011
La via meridiana che dissolverebbe la Lega Nord
domenica 6 novembre 2011
Se mi fai il patrigno non posso rispettarti
Lasciamo stare i criteri per stabilire il costo della vita: magari a Bari si beve acqua di rubinetto, a Milano bevono minerale e dicono che l’acqua costa di più a Milano. E se il barese ha famiglia numerosa, e il milanese è solo, chi deve guadagnare di più? E se il barese ha un figlio che non lavora, mentre il figlio del collega di Milano lavora ed è autonomo, chi deve guadagnare di più? E se il barese per fare una Tac deve andare dal privato perché per quella pubblica servono sei mesi, mentre il collega di Milano paga solo il ticket perché tutto funziona, chi deve guadagnare di più? E il bus? E gli asili? Più che il costo della vita, bisognerebbe conteggiare il costo dell’esistenza.
Tutto questo senza dire che il collega di Milano, se il lavoro pubblico non gli conviene, può trovarne un altro con molta minore difficoltà (a parte il fatto che nessuno l’ha obbligato a fare lo statale). Anche per questo ci sono più dipendenti pubblici al Sud che al Nord: perché il lavoro pubblico è un ammortizzatore sociale rispetto a condizioni che non consentono di creare agevolmente altro lavoro. Bisognerebbe dirlo a tutti i leghisti alla Salvini che fanno i guappi in tv pontificando sempre sul Sud, parassiti qua parassiti là.
E poi. Il collega di Milano vive in una città (e in una zona del Paese) in cui la maggiore ricchezza del Comune gli consente addirittura di avere servizi pubblici migliori pagando meno tasse. E mentre si propone di far guadagnare a lui più del barese, Tremonti taglia invece fondi al Comune di Bari nello stesso modo in cui li taglia a Milano. Tagli lineari, uguali per tutti. Senza tener conto che già il Comune di Bari è meno ricco di uno del Nord perché, essendo meno ricchi i cittadini, ricava meno dalle tasse. E che proprio questo Comune avrebbe bisogno di maggiori fondi per far funzionare bus e asili come a Milano. Come dire: tra stipendi e fondi ai Comuni, figli e figliastri sempre a danno di chi?
Altrettanto scontato che nessun politico difenda il Sud, quasi se ne vergognano. Come nessuno difende il Sud dal taglio dei treni. Ora via due dalla linea adriatica, quando proprio il Sud ne avrebbe più bisogno essendo peggio collegato dagli aerei che nel bilancio di un meridionale pesano più che in quello di un settentrionale. Ma dicono che sono rami secchi, come viene considerato un po’ tutto il Sud. Innescando il meccanismo automatico non dello sviluppo ma del sottosviluppo. Non si mettono i treni perché non ci sarebbe traffico. Ma se non ci sono i treni non può esserci traffico. Come l’uovo e la gallina. Ignorando che c’è un diritto costituzionale ad avere allo stesso modo i treni prima di stabilire che non servono. E perché l’alta velocità c’è solo al Nord? Forse che il Sud gode ad andare più lento?
Ovvio che al Sud nessuno investa, deve essere uno che vuol farsi del male. Nessuno verrebbe a investire dove uno stesso meridionale vuole scappare. Ma ora l’autocritica meridionale dovrebbe farsi più sofisticata. Essendo sempre più i censori i quali sollecitano il Sud a cercare in se stesso il suo sviluppo più che attenderlo sempre da fuori. Insomma il divario sarebbe più sociale che economico. Il Sud dovrebbe avere più capacità di cooperazione che individualismo, più responsabilità e meno disprezzo per la legalità, più cura per i beni pubblici che per i propri interessi. Dovrebbe avere un senso della comunità che fa osservare le regole nell’interesse di tutti. Civismo.
Ma un meridionale, che è civilissimo al Nord, lo è meno al Sud. Dove butta la carta per terra e passa col rosso in spregio allo Stato che non dimostra di aver cura di lui. Uno rispetta le regole dello Stato se lo Stato gli dà rispetto non facendolo vivere in condizioni economiche indegne. Uno rispetta le regole dello Stato (e in fondo le sue) se lo Stato non gli toglie i treni, se gli dà le strade, se non affama il suo Comune, se combatte efficacemente la criminalità. Il meridionale è un buon figlio se lo Stato non gli fa il patrigno.
Ecco tornare al solito interrogativo sul Sud: è nato prima l’uovo o la gallina?
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 4 novembre 2011
Le regioni del nord regine dell'export europeo ma è il sud Italia a crescere più velocemente
Uno studio di Intesa Sanpaolo e di Smr-Studi e ricerche meridionali sfata alcuni luoghi comuni sulla scarsa proiezione internazionale delle aree meridionali del paese. Sicilia, Lazio e Campania, negli ultimi cinque anni, sono quelle che hanno guadagnato più posizioni
MILANO - La si potrebbe intendere come la rivincita economica delle regioni del centro-sud su quelle del "ricco" settentrione. Non ancora dal punto di vista dei numeri: in termini assoluti sono ancora dalla parte delle imprese del nord. Stiamo invece parlando di dinamismo e di tendenza alla crescita in campo internazionale: a sorpresa, si scopre che sono le regioni del dell'Italia centrale e meridionale quelle che - negli ultimi cinque anni - hanno mostrato un maggiore vivacità. Mentre le regioni settentrionali, pur rimanendo ai vertici delle posizioni in campo europeo, sono rimaste statische sulle loro posizioni.
E' uno degli spunti più interessanti del documento frutto del lavoro congiunto dell'ufficio studi di Intesa Sanpaolo e da Srm -Studi e ricerche per il mezzogiorno che ha come tema "L'apertura internazionale delle regioni italiane". In cui si trova conferma della vocazione delle regioni del nord all'ettività di esportazione. Nella classifica delle aree dell'Europa occidentale per la propensione all'expor, le regioni settentrionali rimangono ai vertici: se primi sono i tedeschi del Baden-Wuttemberg, subito dopo viene il Friuli-Venezia Giulia. E se al terzo posto troviamo la Baviera, subito dopo abbiamo Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.
Ancora meglio se consideriamo la classifica per la presenza sui nuovi mercati sul totale delle esportazioni. In questo caso, in testa c'è il Friuli, che si lascia alle spalle la Baviera e poi Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Ma queste, tutto sommato, sono solo conferme di quanto accaduto nei primi sette mesi dell'anno, che hanno visto l'export dell'Italia aumentato del 14% contro il +13,8% della Germania e il +7,6% della Francia. Non a caso, nei primi sei mesi del 2001, ben undici regioni italiane (nelle esportazioni manifatturiere) hanno fatto meglio della Germania, salendo oltre il 13,8%.
Ma oltre alle conferme ci sono le sorprese. Lo studio ha individuato un indice di internazionalizzazione delle regioni italiane, in base al quale dal 2006 al 2010 a essere cresciute di più non sono le regioni del Nord, ma Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. "E' vero che partivano da livelli più bassi - ha spiegato Gregorio De Felice, capo ufficio studi di Intesa - ma il passo avanti è significativo".
In altri termini, il nord si conferma per il maggior peso, ma è il sud a prendersi tutti i primi posti per maggior dinamismo. Il centro Italia è la macro-area che presenta la maggior crescita sullo scenario internazionale (+15,9%), la Sicilia dimostra la miglior prestazione nell'indicatore economico di "apertura internazionale" negli ultimi cinque anni e la Campania la migliore dinamica dell'indicatore di apertura commerciale, calcolato come rapporto tra interscambio commerciale e Pil (+13,8%), in un contesto economico non certo positivo".